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Acqua nelle nostre mani

Il progetto di finish in collaborazione con Fai, Bosch, Future Food Institute e il content partner National Geographic per diffondere un uso responsabile dell’acqua.

L’acqua: la nostra risorsa più preziosa, la fonte di tutto ciò che abbiamo su questo pianeta.

Un bene che se non preservato rischia di esaurirsi e compromettere il futuro di tutti. “Acqua nelle nostre mani” è il nostro impegno concreto per creare una corretta cultura sull’utilizzo dell’acqua con l’obiettivo di ridurne gli sprechi, a partire dalle nostre azioni quotidiane come l’abitudine di sciacquare i piatti prima di metterli in lavastoviglie.

Il consumo d’acqua in Italia

Le nostre falde acquifere rischiano di esaurirsi per i cambiamenti climatici e il consumo medio delle famiglie in Italia è tra i più alti d’Europa.

Consapevoli della situazione e dei suoi possibili scenari futuri, abbiamo voluto scoprire di più sulla nostra situazione idrica insieme al nostro content partner National Geographic e al fotografo Gabriele Galimberti.

Il paesaggio italiano ha caratteristiche uniche: ovunque ci troviamo, l’acqua è sempre intorno a noi.

Il contributo di National Geographic

Mentre la scarsità idrica diventa un tema sempre più attuale in Italia, il fotografo di National Geographic Gabriele Galimberti si reca ad Amalfi per documentare gli sprechi d’acqua che ci sono ogni giorno e mostrare cosa si può fare per evitarli.

Questo contenuto è stato creato e appare su nationalgeographic.com come parte della partnership con Reckitt Benckiser "dove finisce la nostra acqua".

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Lo stivale che perde: dove finisce l'acqua italiana?

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L'Italia ha un rapporto precario con l'acqua e i recenti eventi meteorologici estremi hanno evidenziato le disparità regionali e le carenze nazionali.

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Il 24 luglio 2017 sono state spente le bellissime fontane barocche di Piazza San Pietro a Roma. Nei giorni successivi, un centinaio di fontane intorno al Vaticano si sono fermate per la prima volta a memoria d'uomo. Roma e l'Italia meridionale soffrono di una prolungata siccità e di crescenti restrizioni idriche. Le storiche fontane pubbliche della capitale erano già state spente e gli abitanti si trovavano di fronte alla prospettiva di un grave razionamento dell'acqua. È stato, forse, un momento decisivo nella continua lotta dell'Italia per l'approvvigionamento idrico.

La stagionalità delle piogge italiane più le caratteristiche del territorio tra nord e sud ha creato una distribuzione disomogenea di acqua.

Il Nord Italia ha quasi il doppio delle precipitazioni rispetto al Sud, dove la scarsità d'acqua è esacerbata dall'aumento delle temperature annuali che intensificano l'evaporazione. Nel frattempo, il territorio montano italiano rende difficile spostare l'acqua in eccesso tra le sue regioni. Questi fattori, insieme ad un'umidità del suolo anormalmente bassa, fanno sì che, nonostante gli abbondanti 300 miliardi di metri cubi di acqua che cadono o fluiscono in Italia ogni anno, si possono utilizzare appena 58 miliardi di metri cubi d’acqua. Di questi, oltre il 70% forma acque superficiali come le sorgenti, i laghi e i fiumi che sono la fonte primaria di acqua per la maggior parte delle città e dei villaggi italiani: l’Arno fornisce gran parte dell'acqua di Firenze, mentre Roma attinge la maggior parte dell’acqua domestica dalle sorgenti. Ma quando le piogge sono scarse, queste fonti d'acqua possono asciugarsi rapidamente. In tutta l'Italia meridionale, le piogge scarseggiano spesso.

Nel 2017, l’Italia ha vissuto la sua estate più secca degli ultimi 60 anni, causando una scarsità d’acqua che è stata poi esacerbata da un’ondata di caldo che ha sfiorato punte di 40 gradi. Come conseguenza del cambiamento climatico, si pensa che eventi come questo possano essere sempre più frequenti e severi.

Il 2017 è stata l'estate più secca d'Italia degli ultimi sessant'anni, con piogge fino all'80% in meno rispetto alla media storica. Questa carenza d'acqua è stata aggravata da un'ondata di caldo estivo con temperature che hanno superato i 40°C. Si prevede che tali eventi estremi,comunemente legati ai cambiamenti climatici, diventeranno più frequenti e più gravi. Due volte negli ultimi due anni, i famosi canali di Venezia sono stati così secchi che le iconiche gondole sono rimaste in secca; la Sardegna ha richiesto lo stato di calamità naturale nel 2017; in Sicilia gli incendi hanno distrutto foreste e fattorie, facendo scattare le evacuazioni. Nel 2019 Roma e molte altre città e villaggi hanno affrontato una delle estati più secche del paese. Anche il relativamente umido nord è stato ridotto ad un solo mese di riserve d'acqua.

Per I’Italia le previsioni per il futuro sono quelle di un modello basato sudegli estremi stagionali datoche il cambiamento climatico nel Mediterraneo ha già visto le temperature medie aumentare di 1,4°C mentre le precipitazioni sono diminuite del 2,5%. Per l'Italia, nel futuro potrebbero rafforzarsi sempre di più situazioni climatiche estreme a livello stagionale:le proiezioni scientifiche prevedono piogge invernali più intense e inondazioni nell’umido nord. Il sud, che è più secco, ha piogge annuali ancora meno intense e con una diminuzione sostanziale in estate: un calo del 40% in alcune zone già aride. Nel complesso, la disponibilità di acqua utilizzabile in Italia è destinata a peggiorare. È previsto un aumento del 25% dei già elevati consumi idrici del nel corso di questo secolo.

Le fontanelle decorate come questa a Firenze rischiano di prosciugarsi nei momentidi maggiore siccità: proprio come a Roma nel 2017, quando 100 fontanelle nei dintorni del Vaticano hanno smesso di funzionare per la prima volta a memoria d’uomo.

Ma se i rubinetti si prosciugano, non sarà colpa della natura: l'uomo sta peggiorando i problemi dell'Italia. Duemila anni fa, l'Italia vantava gli acquedotti più avanzati dell'epoca, trasportando l'acqua per dissetare le sue città emergenti. Oggi, l'infrastruttura idrica italiana è in difficoltà e si stanno compiendo sforzi per riparare e sostituire le parti obsolete e inefficienti della rete. Negli ultimi due anni, un ulteriore 20% di investimenti ha portato ad un ammodernamento urgente dei 5.400 chilometri di tubi che hanno perso circa il 44% dell'approvvigionamento idrico della città.

È uno spreco di acqua che l'Italia non può permettersi, dal momento che la sua domandaè particolarmente alta. L'Italia ha una delle più alte impronte idriche in Europa: 2.303 metri cubi per persona ogni anno. Il 25% al di sopra della media europea. L’agricoltura è il settore che maggiormente richiede approvvigionamento idrico, in quanto ampie aree in Italia non sono naturalmente adatte alle colture e richiedono un'irrigazione estensiva. Il 15 per cento dell'acqua utilizzata per l'irrigazione proviene da acque sotterranee non rinnovabili, il doppio della Spagna e sette volte quella della Grecia, utilizzando risorse che non possono essere reintegrate naturalmente. L'agricoltura contribuisce anche al problema dell'inquinamento idrico in Italia, in quanto i fertilizzanti si sono uniti ai contaminanti industriali e domestici per penetrare nelle falde acquifere. Nel 2014, la Corte di giustizia europea ha avviato un'azione legale contro il governo italiano per non aver trattato adeguatamente le fonti idriche colme di calcio, arsenico e fluoro. E questo è uno dei motivi per cui pochi italiani scelgono di bere acqua dai rubinetti domestici, preferendo affidarsi all'acqua in bottiglia, circa 230 litri a persona all'anno.

In media, gli italiani utilizzano 220 litri di acqua alla volta per le faccende domestiche. Cambiando un po’ di abitudini, come ad esempio fare docce più brevi, non fare il prelavaggio dei piatti, e usare una lavastoviglie, si risparmierebbero ingenti quantità d’acqua.

In casa, l'italiano medio utilizza poco più di 220 litri di acqua potabile per attività domestiche come cucinare, lavare e pulire. La maggior parte di quest'acqua, oltre il 60%, viene utilizzata per l'igiene personale (circa la metà di questa acqua viene consumata tirando lo sciacquone). Al contrario, molte persone nei paesi in via di sviluppo sopravvivono con soli 20-30 litri d’acqua al giorno, spesso anche meno. Le stime suggeriscono che gran parte del nostro uso domestico dell'acqua non è necessario e che si potrebbe ottenere un enorme risparmio idrico se le persone cambiassero alcuni semplici comportamenti. Per esempio: fare docce più corte, installare contatori d'acqua e rubinetti a bassa pressione, non risciacquare le stoviglie e utilizzare una lavastoviglie, in quanto è dieci volte più efficiente rispetto al lavaggio a mano. Tuttavia, l'acqua in Italia è tra le più economiche dell'Europa occidentale. Per questo motivo, è necessario ricercare altre tipologie di incentivi per il risparmio idrico. L'imminente prospettiva di maggiori siccità e restrizioniidriche, assieme alla crescente consapevolezza che la scarsità d'acqua potrebbe presto diventare la norma, potrebbero spingere l’Italia ad agire. Spegnere le fontane di Roma potrebbe rivelarsi un catalizzatore del cambiamento.

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L’Italia non rimarrà a gola secca

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Siccità, acquedotti colabrodo, depuratori insufficienti, mancanza di una legge quadro. Eppure l’Italia sta cambiando direzione, grazie ai suoi talenti più grandi: creatività e innovazione.

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La zona del Gargano è nota come lo sperone d’Italia, per la sua forma prominente sul dorso dello stivale geografico. Una zona arida, dove per millenni le popolazioni, nonostante le avversità, sono riuscite a prosperare. «Oggi però tanti contadini stanno abbandonando», spiega Giuseppe Savino. «La vita da contadini è difficile e l’acqua è uno dei problemi principali». Giuseppe è un innovatore. Da qualche anno ha lanciato Vazzapp, assonanza con il software di messaggistica, per mettere insieme giovani agricoltori durante le “contadinner”, delle cene dove ci si scambia idee, si discute di problemi, si cercano soluzioni. «L’acqua è un tema che emerge spesso», continua Giuseppe mentre con il fratello Michele continua il lavoro di potatura invernale tra i filari di trebbiano e nero di troia. Anche le sue viti si trovano sempre più spesso in situazioni critiche. «Nel 2017 la siccità ci ha messo quasi in ginocchio, abbiamo dovuto pompare 24 ore su 24 dalla falda più profonda perché quella del bacino di irrigazione era finita», continua. «Quando non hai più acqua non puoi far altro che alzare le mani e arrenderti. Quello che non capiamo è che non servono nuove dighe per irrigare, ma serve diminuire gli sprechi, serve educare ad un uso intelligente dell’acqua».

Le criticità strutturali dell’Italia sono note. Acquedotti colabrodo, depuratori insufficienti o inesistenti in varie regioni del sud, sprechi diffusi sia a casa che nei campi, frammentazione della gestione delle acque, privatizzazioni delle fonti di qualità, mancanza di una legge quadro, nonostante un referendum popolare, che ha raccolto oltre 20 milioni di voti per garantire l’acqua pubblica e una migliore gestione. Ad aggravare la situazione ci si mette il cambiamento climatico. L’Italia infatti è un hot spot climatico, spiega Donatella Spano del Centro euro-Mediterraneo per i Cambiamenti Climatici, «per effetto dei cambiamenti climatici – aumento della temperatura media, conseguente aumento di evapotraspirazione e scarse precipitazioni – in Italia è attesa nei decenni a venire una sensibile diminuzione della disponibilità idrica, fino al 40% in meno nel 2080». Nel solo 2017 i quattro principali bacini idrografici italiani – il Po, l’Adige, il Tevere e l’Arno – hanno vissuto un crollo del 40% della propria portata media annua rispetto alla media del trentennio 1981-2010. Undici regioni italiane hanno dovuto chiedere lo stato di emergenza per carenze idriche nel settore potabile.

Gli acquedotti fatiscenti e le perdite d’acqua nelle infrastrutture sono un aspetto ben noto del crescente ...

Gli acquedotti fatiscenti e le perdite d’acqua nelle infrastrutture sono un aspetto ben noto del crescente problema idrico italiano. In più, il cambiamento climatico ridurrà ulteriormente la disponibilità idrica nei prossimi decenni, dunque sarà fondamentale mettere a punto un’attenta gestione. 

Fotografia di Shutterstock



Consapevolezza Blu

«Nel nostro paese la sicurezza idrica deve essere una priorità», afferma Marirosa Iannelli, giovane presidente del Water Grabbing Observatory, una associazione dedicata alla divulgazione sul tema acqua. «Invece sia nella vita quotidiana delle persone che nell’agenda politica rimane in fondo alla lista». Secondo una ricerca demoscopica condotta da Ipsos, si evidenzia come la scarsa attenzione dei cittadini sul tema nasce soprattutto da un’errata percezione dei consumi reali. La maggioranza degli italiani crede che una famiglia in media consumi circa 100 litri al giorno, mentre il consumo nel nostro Paese è di 220 litri a persona, al giorno. Per questo esistono campagne come “Acqua Nelle Nostre Mani”, che hanno l’obiettivo di guidare cittadini e aziende ad adottare nuovi modelli di comportamento, e nuove abitudini di consumo che siano volte alla tutela e alla salvaguardia di questo bene comune. Uno dei temi chiave è quello di conoscere i consumi “nascosti”. Se infatti sappiamo che per lavarsi i denti si usano fino a trenta litri e sedici per tirare lo sciacquone, meno nota è l’impronta idrica complessiva del cittadino italiano. Il 90% dell’acqua consumata, infatti, è incorporata nel cibo che mangiamo. «Il risparmio idrico delle famiglie italiane può avvenire soprattutto in cucina», spiega Iannelli. Anzitutto con una gestione intelligente dei rubinetti e del lavaggio dei piatti: ancora il 56% degli italiani risciacqua i piatti prima di metterli in lavastoviglie sprecando ogni volta fino a 38 litri di acqua. «Ma anche con la nostra dispensa si può fare la differenza», continua Iannelli. Ad esempio riducendo lo spreco alimentare – in Italia si butta ancora tra l’8 e il 27% del cibo – che costituisce un importante fonte indiretta di spreco idrico. Oppure seguendo un buon vademecum sulla scelta del cibo: contenere i prodotti di origine animale, scegliere verdura e frutta di stagione, non consumare cibi industriali, optare per una dieta equilibrata, richiedere prodotti che indicano chiaramente l’impronta idrica.

I sistemi intelligenti di irrigazione a goccia, il recupero dell’acqua e gli impianti di filtrazione sono ...

I sistemi intelligenti di irrigazione a goccia, il recupero dell’acqua e gli impianti di filtrazione sono solo alcune delle misure innovative pensate dai giovani imprenditori a sostegno degli impianti idrici e rappresentano un passo in avanti indispensabile se si vuole evitare che il loro futuro inaridisca. 

Fotografia di Shutterstock



Un cambio di marcia

L’Italia con la recente bozza del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, richiesto a tutti gli Stati membri dall’Unione Europea, ha stabilito di investire quasi 10 miliardi di euro per ridurre la dispersione idrica (al 41% in Italia), favorire una depurazione più efficace delle acque, impiegare la forestazione per migliorare la cattura dell’acqua e favorire la piovosità, ma anche lanciare campagne di informazione. Lo Stato ha inoltre creato un bonus per rubinetti e WC idro-efficienti, con una dotazione di 1000€ per famiglia. Se confermate, entrambe le iniziative, potrebbero dare un’importante contributo per l’ammodernamento del sistema idrico del paese.

Non si ferma invece la giovane imprenditoria. «È importante che le aziende chiudano da sole il ciclo dell’acqua», spiega Stefano Girelli dell’azienda enologica bio Santa Tresa, famosa per il suo vino Cerasuolo vegan. «Qua d’estate il caldo è arrivato a fare 46°C di giorno e 36°C di notte. Per questo abbiamo iniziato a recuperare l’acqua dei lavaggi delle botti e della cantina – se ne usa parecchia – e filtrarla in uno stagno tramite fito-depurazione, ovvero sfruttando piante acquatiche per rimuovere le impurità». In molti investono in sistemi domestici o aziendali per la raccolta dell’acqua piovana. «Un’azione che tanti cittadini possono fare nei loro orti», spiega Marina Smurra, produttrice di clementine e limoni di Rossano, che da anni lavora per usare la nebulizzazione per minimizzare il consumo idrico. Numerose anche le innovazioni tecnologiche. Durante la “Challenge EIT Food”, un contest per start up realizzato dall’istituto europeo per l’innovazione e la tecnologia sono state presentate aziende come Blue Tentacles che usa sistemi smart-tech per l’irrigazione o Captive Systems che ha realizzato delle spugne speciali per assorbire gli inquinanti dagli scarichi. «È stato un successo e dimostra la grande attenzione delle giovani imprese sul tema», spiega Carmen Galindo, responsabile della Challenge per EIT. «C’è tanta vitalità su questo tema». Buone notizie che dimostrano come l’Italia, sia pronta ad agire per dare un calcio alla scarsità idrica.


Autore: EMANUELE BOMPAN



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L'acqua che sprechiamo

Scopriamo insieme il nostro impatto quotidiano e proviamo a ridurre gli sprechi con una “promessa per l’acqua”.

Quasi non ce ne accorgiamo, ma ogni giorno contribuiamo a un consumo d’acqua ben oltre le nostre reali necessità: uno spreco che parte dalle nostre attività quotidiane, come lasciare aperto il rubinetto mentre ci laviamo i denti o come quando sciacquiamo i piatti prima di metterli in lavastoviglie.

L’ACQUA IN ITALIA

Nel nostro Paese abbiamo quattro zone climatiche con precipitazioni distribuite in modo diverso durante l’anno. Al Nord si registra una quantità di precipitazioni doppia rispetto al Centro e al Sud, con periodi di siccità estiva sempre più frequenti.

LOMBARDIA
Nord Italia
Dopo un inverno caldo e secco, nel marzo 2019 il livello del Lago di Como è sceso al di sotto della media stagionale di circa il 21%, con 95 milioni di metri cubi d’acqua in meno
VENEZIA
Nord Italia
Per due volte, negli ultimi due anni, la navigazione delle iconiche gondole di Venezia è stata impedita da precipitazioni insolitamente scarse che hanno ridotto il livello dell'acqua nei canali della città.
FIRENZE
Nord Italia
I fiumi svolgono un ruolo importante nell'approvvigionamento idrico delle città italiane, ma il 2017 ha visto l'Arno a Firenze scorrere ben al di sotto dei suoi livelli storici.
ROME
Centro Italia
Durante la siccità del 2017, a Roma è stato necessario adottare misure di emergenza che hanno previsto lo spegnimento delle famose fontane di Città del Vaticano per aiutare a combattere la carenza d'acqua.
PUGLIA
Sud Italia
Circa la metà degli oliveti italiani si trova in Puglia, ma il caldo estremo e le forti piogge hanno visto la produzione olivicola crollare del 57% nel 2019.
SARDEGNA
Centro Italiay
Nel 2017, la Sardegna ha dichiarato lo stato di calamità naturale dopo che le scarse precipitazioni e le temperature torride hanno causato carenza d’acqua e incendi.
Clicca sulla mappa per scoprire di più

DOVE USIAMO LA NOSTRA ACQUA

In media, in Italia ogni giorno si consumano 229 litri d’acqua a persona, il 66% in più rispetto alla media mondiale. La nostra rete idrica distribuisce oltre 8 miliardi di metri cubi ogni anno, di cui circa il 14% rappresenta il consumo domestico o in giardino. Scopriamo insieme dove usiamo la nostra acqua ogni giorno.

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MODI PER RISPARMIARE ACQUA

Sapere dove e come sprechiamo l’acqua ogni giorno può aiutarci a intraprendere azioni positive. Tante singole azioni, unite assieme, possono fare realmente la differenza.

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Un WC con sistema di scarico a doppio pulsante consuma solo 4,5 litri d’acqua per uno scarico completo e 3 litri d’acqua per uno scarico parziale, facendo risparmiare circa 35.000 litri d’acqua per unità abitativa in un anno

Un soffione per la doccia moderno ed efficiente consuma solo 9 litri d’acqua al minuto, facendo risparmiare circa 20.000 litri d’acqua a persona in un anno

Alcune delle nuove lavatrici regolano in automatico la quantità d’acqua in base al carico; tuttavia, effettuare lavaggi soltanto a pieno carico fa risparmiare circa 10 litri d’acqua per lavaggio

Una lavastoviglie consuma solo 12 litri d’acqua ad ogni lavaggio, facendo risparmiare circa 110 litri d’acqua al giorno rispetto al lavaggio a mano

I rubinetti con riduttore di flusso consumano fino a 8 litri d’acqua al minuto, permettendo un risparmio di circa 300.000 litri d’acqua per unità abitativa ogni anno

L’installazione di un irrigatore a goccia permette di consumare solo 4 litri d’acqua all’ora, facendo risparmiare circa 996 litri d’acqua all’ora.

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Completa le domande e scopri come evitare gli sprechi con la tua promessa per l’acqua.

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Quanto tempo impieghi per fare una doccia?

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Usi una lavatrice per lavare i vestiti?

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Quante volte alla settimana lavi i piatti?

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Come lavi i piatti in cucina?

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Sciacqui i piatti prima di metterli nella lavastoviglie?

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LA QUANTITÀ D’ACQUA CHE CONSUMI OGNI GIORNO È CIRCA
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Risparmia fino a 38 litri* d’acqua

38 litri è la quantità d’acqua risparmiata se scegli di non sciacquare le tue stoviglie; basta infatti rimuovere i residui e inserire direttamente i piatti nella lavastoviglie. Potrai comunque ottenere stoviglie brillanti riducendo i consumi d’acqua.

*Fonte: Ricerca Ipsos CAPI In Home Meter effettuata su un campione rappresentativo di 153 famiglie italiane. Luglio 2019.

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